domenica 1 marzo 2020

I bibliotecari al tempo del Coronavirus

A causa dell'emergenza Coronavirus, una manciata di regioni d'Italia, nella settimana 24 febbraio-1° marzo, hanno disposto la chiusura degli istituti culturali, tra i quali rientrano anche le biblioteche.
Molti di coloro che operano in biblioteca si sono recati al lavoro ugualmente, non potendo o non volendo utilizzare permessi o giorni di ferie in questo momento dell'anno.
Qualcuno, anche persone in confidenza con i bibliotecari (amici, parenti-serpenti, colleghi), hanno allora insinuato che costoro potessero rilassarsi, magari leggendo un buon libro -visto il contesto-. Alcuni di questi ritenevano già prima della forzata chiusura che chi opera negli istituti culturali "avesse tempi dilatati", figuriamoci in questa situazione!
Cercherò di spiegare la faccenda in modo semplice.
Il bibliotecario che sta al front desk ha una continua relazione con il pubblico.
La sensazione che si prova è molto simile a quella che ti capita quando tenti di studiare con un bambino che ti gira intorno, ti fa continue domande, vuole giocare. Ora: avere un bambino vicino, soprattutto se non è ancora molto indipendente, è entusiasmante, soddisfacente e riempie di gioia, ma impedisce di portare a termine con precisione alcuni compiti che richiedono concentrazione.
Dispensato dal suo rapporto privilegiato con il pubblico, cosa fa il bibliotecario?
L'ho chiesto ai colleghi più vicini a me, attraverso un gruppo Whatsapp di servizio, e poi alla grande comunità di Facebook "Biblioteche e bibliotecari italiani", che avevo fondato con leggerezza molti anni fa, e che oggi ha raggiunto i 9.000 membri.
Ricollocazione massiccia
 in una biblioteca
del Veneto
Ecco le numerose attività svolte nelle ore di solitaria chiusura, con piccole osservazioni:
- redazione di atti amministrativi (sì, ne facciamo a bizzeffe, e sono necessari);
- riordino di sezioni intere della biblioteca, in qualche caso con smontaggio di scaffali
- spolvero, pulizia (facciamo anche questo, certo)
- revisione delle raccolte, detto volgarmente scarto (sì, è necessaria; no, non abbiamo sempre il tempo di farla)
- catalogazione (una delle attività trascurate o fatte alla svelta, e che invece richiederebbe cura e dedizione)
- comunicazione (per disdire eventi, purtroppo, ma anche perché qualcuno si occupa di questa per l'intero ente)
- aggiornamento del sito della biblioteca o dell'ente
- gestione delle donazioni (ne arrivano molte, ma a volte si ammucchiano, in attesa di avere tempo)
- rifacimento segnaletica
- ricerca dei libri introvabili (sì, spariscono: e a volte ritornano, a volte no)
- verifiche catalogo/scaffale
- pratica con nuovi programmi per la promozione social della biblioteca
Una delle vetrine tematiche
realizzata in una biblioteca
- rifacimento etichette (si deteriorano, si scolorano, vanno uniformate se non lo sono)
- creazione di vetrine tematiche (sulla donna, soprattutto, sperando di riaprire per l'8 marzo)
- programmazione nuovi eventi
- preparazione incontri con le scuole e laboratori per bambini
- realizzazione bibliografie tematiche
- ordini di libri o dvd
- risposta alle telefonate di chi chiede se la biblioteca è aperta
- consulenza telefonica agli irriducibili (chi, magari, spinto dall'emergenza, cerca di scaricare e-book, ma non ci riesce)
- preparazione aule studio (nella speranza di riaprire presto).
Per realizzare tutto questo servono competenze specifiche: questo conferma che il bibliotecario non è solo un "distributore di libri", ma ha un'identità complessa.
I giorni bui del Coronavirus non sono passati: probabilmente molte biblioteche saranno chiuse anche domani, e nei giorni a venire. Se vogliamo trovare un aspetto positivo, questa pausa non prevista ha regalato ai bibliotecari la possibilità di dedicarsi a tempo pieno a quello che fanno sempre, contemporaneamente alla gestione dell'utenza. Hanno guardato le loro biblioteche come un genitore guarda la propria casa quando i figli non ci sono. Hanno messo ordine, hanno tolto cose che non funzionavano più, hanno preparato qualcosa per il futuro. E sono pronti, quando sarà possibile, a riaprire le porte.

7 commenti:

  1. Non avevo dubbi, grazie bibliotecari!

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  2. Bellissimo racconto! Grazie per quello che fate, in particolare per quelli che non capiscono.

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  3. Grazie a tutti quelli che hanno letto. Dovrò parlare, prossimamente, di cosa fanno i bibliotecari a casa al tempo del Coronavirus ;-)

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  4. Grazie a tutti i bibliotecari per la cura al mondo della lettura 👏👏👏

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  5. Suggerirei di potenziare l'offerta online di libri e media in generale. A parte il periodo di emergenza che stiamo vivendo bisogna prendere atto che la fruizione online dei servizi bibliotecari è il futuro ma in questo campo siamo ancora molto monto indietro. Cordiali saluti. Grazie

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    1. Nelle biblioteche italiane, anche in questi giorni di emergenza, c'è stato un progressivo potenziamento di materiale digitale a disposizione dell'utenza. I bibliotecari ne sono ben consapevoli! Il problema è, spesso, anche, la mancanza di competenze dei lettori da questo punto di vista e una tendenza a restare affezionati al libro cartaceo.

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