mercoledì 22 aprile 2020

Bibliotecari in biblioteca: la loro, quella di casa

Molti bibliotecari trascorrono il loro tempo lavorativo tra scaffalature colme di libri: li scelgono, li acquistano, li catalogano, li prestano e li accolgono al rientro, per poi riporli nella collocazione che hanno stabilito per loro.
Sono spesso precisi (qualcuno quasi maniacale) nel classificare i testi, e qualcuno bacchetta i propri lettori, che scompigliano un ordine continuamente rincorso, e mai raggiunto.
Ma si comportano allo stesso modo nelle loro case? Si occupano con amore delle librerie personali o familiari?
Qualche collega mi ha raccontato come tratta il patrimonio librario che possiede davvero nella sua abitazione, e io ho riordinato queste confessioni, per portarle fuori dal grande gruppo Facebook dove le ho raccolte, ritenendo che il bibliotecario, figura pubblica, sia una di quelle che desta maggiore curiosità e che è ricca di luoghi comuni (Ha dei libri? Li legge? Ha gli occhiali? Ha spesso in mano la tazza per il tè? Vuole che si faccia sempre silenzio? Ama i gatti? Che pigiama indossa?).

Una delle biblioteche di Niccolò
Le "sedi" delle librerie personali
Molti hanno "spezzato" la propria raccolta libraria in varie abitazioni, per ragioni di spazio.
Flavio racconta che ha una libreria distribuita tra la Sicilia e Praga, dove vive e lavora. 
Anche Niccolò descrive la biblioteca sua e di sua moglie come "sparsa" tra l'attuale abitazione e le case dei rispettivi genitori (in tutto, ipotizza di avere complessivamente circa 4.000 libri). 
Manuela ha seminato volumi in tre case: dai suoi genitori ci sono tutti i libri dell'era scolastica (classici greci e latini, narrativa, i libri di lettura dalle medie in poi, Calvino, De Amicis, Dante, Stendhal, Viganò, vicino a Dahl, Alcott, Terry Brooks e ai Liala di sua mamma); da sua zia che la ospitava ai tempi dell'università sono presenti i libri di testo, altri classici, saggistica, romanzi e molti fumetti. Nella sua sede attuale ha creato delle sezioni: cataloghi e libri d'arte in salotto, narrativa, graphic novel, e divulgazione vicino alle camere, sezione ragazzi nella stanza delle bambine, storia locale in taverna, digital library in cloud. "E' tutto in allegra anarchia, e in eterno movimento tra comodini, tavolini, piani d'appoggio.", dice.

Libri e spazi domestici
Il libro cartaceo è un oggetto fisico, che occupa spazio. Come se la cavano i bibliotecari nel trovare un equilibrio tra luoghi per i libri e luoghi per sé?
Maria Antonietta spiega "I miei libri e quelli di mio marito si trovano in 4 librerie, alcune piccole e altre grandi. Si trovano anche in una cassapanca e sparsi un po' ovunque per casa. Non ho libri solo nei bagni."
Paolo, che ha circa 5.000 libri, dice la stessa cosa: restano liberi solo i servizi e lui e la sua famiglia sono arrivati al punto "O noi o i libri". 
Una delle librerie di Marino
Luca non possiede una biblioteca, ma, con i suoi 10.000 volumi, è lei a possedere lui. Ha esaurito le zone libere, ma non è ancora sazio di vita e quindi di libri. 
Marino ha librerie sparse tra soggiorno, corridoio e studio.
Gianluca dice che, essendosi trasferito in un bilocale con i suoi gatti, ha scelto di donare gran parte dei suoi volumi alla biblioteca nella quale lavora (mangiandosi le mani in questo periodo di quarantena, nel quale qualche libro in più a casa sarebbe stato utile). Mary è dispiaciuta per il fatto che, avendo vissuto numerosi traslochi, la sua biblioteca è decimata. 
Enza, a seguito di lavori di ristrutturazione della propria abitazione, e anche per il fatto che il solaio stava cedendo, ha deciso di dedicare ai libri suoi e del marito (circa 8.000) un'intera stanza al piano terra.

Catalogazione
C'è chi si ricorda perfettamente la localizzazione dei libri come Flavio, chi utilizza un file Excel come Paolo, e chi si aiuta con un'app, anche per non rischiare di acquistare nuovamente un libro che si possiede già (MyLibrary o simili).
Eugenia sostiene di ricordare perfettamente dove si trovano i libri catalogati nei fondi che ha sistemato al lavoro, ma di non trovare mai i suoi!
Ruggero afferma "La mia biblioteca non conosce il Dewey. Tutto sta, rigorosamente, in ordine alfabetico. Gli eretici sono a fianco a fianco degli ortodossi, le sante vicino alle puttane. Reazionari e rivoluzionari, conservatori e liberali, del pari, felicemente convivono."
Denise suddivide le narrative per nazionalità (italiana, francese, inglese, tedesca...) e, all'interno, gli autori stanno in ordine alfabetico.
Francesca definisce la sua raccolta libraria " Una babele messa insieme per casa editrice, a volte per collana e a volte 'quel che mi interessa al momento' "
Maria Antonietta ha suddiviso per genere il suo posseduto.

Una delle librerie di Denise
Scarto
Denise ha approfittato di questi giorni per fare scarto, quell'operazione di revisione delle raccolte malvista da molti lettori, eppure necessaria. Molti altri vorrebbero farlo, e lo dichiarano a gran voce, come se volessero convincersi. Qualcuno, come Marino, dice di aver dovuto eliminare, a malincuore, qualche raccolta di fumetti. Il bibliotecario, come qualsiasi amante dei libri, fa fatica a buttarli via. Sappiatelo.

Argomenti e curiosità
Luca possiede libri d'arte, di filosofia, letteratura, classici, e una piccola sezione di libri antichi, sulla quale sta dirigendo sempre più le sue attenzioni e risorse, anche economicamente parlando. Ama molto Borges, cui sono dedicati alcuni ripiani, perché ha acquistato tutto quello che è stato pubblicato, negli anni, in Italia.
Niccolò e sua moglie hanno moltissima saggistica, accumulata soprattutto durante gli anni universitari, ma anche molti libri per bambini per ragazzi, parecchi gialli e fumetti. Anche a Laura piacciono i gialli, libri di storia e arte: si ripromette di leggere tutti quelli che ha acquistato nel tempo in modo compulsivo, a un certo punto della sua vita.
Uno scorcio della biblioteca di Enza
Flavio ama le opere che trattano argomenti umanistici "di dettaglio".
Marino possiede saggi sul cinema, romanzi, albi di fumetto, teatro, ma nei suoi scaffali conserva anche cd e dvd.
Paola conserva una nutrita sezione sulla tragedia greca.
Alessia ha dedicato un piccolo settore ai volumi autografati.
Maria Antonietta scrive sempre sui suoi libri data e luogo di acquisto.
Il 60% della biblioteca di Enza consiste in volumi specialistici di botanica, strumenti di lavoro del marito; il resto è composto da testi di arte, architettura, storia e fumetti.

E io?
Ho una libreria vasta e spalmata in tre province diverse. Non ho mai catalogato totalmente ciò che possiedo: esisteva un file Excel nel quale, tempo addietro, ho registrato, assieme a mia mamma, i libri della biblioteca dei miei genitori. Ho spesso delegato la cura degli scaffali di casa a mio marito. Abbiamo molta saggistica, parecchi classici, libri di discipline specialistiche, che piacciono all'uno o all'altra e che difficilmente si trovano nelle biblioteche. Per nostro figlio abbiamo comprato molto e lo facciamo ancora, sempre con grande piacere, con l'idea che, soprattutto per i piccoli, "i libri sono per l'uso". 







martedì 31 marzo 2020

"E adesso cosa leggo?": ebook gratuiti per bambini in quarantena

Da più persone, nelle ultime settimane, mi è arrivata la stessa domanda: "Esistono ebook gratuiti per bambini, magari scaricabili gratuitamente?"
Battute tutte le librerie di casa e riletti i propri libri preferiti, i forti lettori più giovani, in queste settimane di forzata permanenza in casa, si aggirano come leoni in gabbia e chiedono: "E adesso, cosa leggo?".
In generale, trovare ebook per bambini e per ragazzi non è facile, perché, in condizioni di vita normali, i lettori di questa fascia d'età prediligono il libro cartaceo.
Il target sul quale mi sono focalizzata è quello dei ragazzi degli ultimi anni della scuola primaria, ed ho provato ad individuare l'offerta di ebook "puri", cioè simili "a quelli dei grandi".
In provincia di Treviso, il catalogo online offre una scelta limitata, ma qualcosa c'è, ed è necessario cercarlo nella sezione "ebook", magari indicando, tra le parole chiave, "ragazzi". Inoltre, se si ha l'accesso MLOL (basta chiederlo alla propria biblioteca), si possono sfogliare gli ebook e i periodici presenti in questo portale, anche in lingua straniera.
Alcune case editrici, per l'emergenza Covid-19, mettono a disposizione ebook liberamente scaricabili per bambini/ragazzi. Eccone un elenco, che probabilmente non è esaustivo, ma vuole essere una specie di mappa per orientarsi nel mare magnum del web.
Gallucci offre diversi libri di Collodi, ma fa anche altre proposte;
De Agostini Pianeta propone, per esempio, "La storia del dottor Dolittle";
Apogeo regala "Loren Ipsum", un libro per ragazzi intorno ai 10 anni, sulla storia dell'informatica;
Edizioni Dedalo garantisce la possibilità di scaricare alcune opere in pdf, alcune delle quali adatte anche a ragazzini dai 9 anni in poi;
Mondadori permette di scaricare un libro tra quelli elencati in una speciale sezione del sito (alcuni dei libri proposti sono gli stessi che si trovano nella pagina di Gallucci e De Agostini);
IBS, come Amazon ha una lista di possibili omaggi (Amazon, tra l'altro, ha diversi libri in versione digitale della saga "Harry Potter" e anche volumi di Geronimo Stilton; inoltre, ci sono possibili letture in lingua inglese e fumetti). Attenzione, perché le condizioni variano a seconda del proprio profilo - utente Prime, per esempio-).
La casa editrice Piemme permette di avere subito un racconto inedito.
Se si è disposti a spendere un po', sui grandi store si trovano, ovviamente, molti più titoli di quanti ne vengono proposti in omaggio in questa fase di emergenza.
Si spera che presto le biblioteche possano riaprire e ricomincino ad essere punto di riferimento per quei lettori giovani e giovanissimi che ancora amano il contatto fisico con i libri ed il rumore del fruscio della carta.









martedì 24 marzo 2020

Bibliotecari in quarantena


In questo momento, nel nostro Paese e in molti altri del Mondo, la maggior parte delle persone è costretta a casa, per tentare di ridurre la rapidità di diffusione del virus Covid-19.
Dopo la pubblicazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 9 marzo 2020, tutti gli istituti culturali d’Italia, tra i quali rientrano anche le biblioteche, sono rimasti chiusi al pubblico.
A distanza di due settimane da quella data, ho pensato che potesse essere interessante comprendere alcuni aspetti della vita quotidiana attuale dei bibliotecari, assieme e grazie ai miei colleghi iscritti al numeroso gruppo Facebook “Biblioteche e bibliotecari italiani”.

In che modo i bibliotecari si astengono (o sono stati sospesi) dal lavoro? E’ stato loro concesso lo smart working?
Dipende.
Non tutti sono dipendenti pubblici: alcuni lavorano con partita IVA, altri sono assunti da coperative, altri da S.p.A. o S.r.l.
Molti sono stati invitati, innanzitutto, a terminare le ferie residue del 2019.
Qualcuno ha avuto una proroga dei tempi di consegna del lavoro (soprattutto chi cataloga, chi lavora “a progetto” o “ a cottimo”).
Più di uno è stato posto in cassa integrazione.
Alcune cooperative hanno chiesto, ai propri dipendenti, di non recarsi al lavoro. Non li stanno pagando, e non stanno comunicando con loro. Qualche Srl o SPA ha addirittura comunicato lo stop lavorativo via messaggio telefonico, e senza altra spiegazione.
C’è anche la possibilità, per mamme e papà di bambini sotto i 12 anni, di chiedere un congedo straordinario, che può durare fino a 15 giorni, ma che è pagato al 50%.
Lo smart working è stato concesso a buona parte dei bibliotecari che hanno risposto a questo sondaggio.

E chi è in smart working, di cosa si occupa?
Anche qui, dipende. Dipende da cosa faceva prima (se si occupava di materiale antico, moderno, di materiale speciale, se lavorava in una biblioteca universitaria, se gestiva un sistema bibliotecario, se si occupava di una biblioteca comunale...).
In ogni caso,
-parecchi si occupano di bonificare il catalogo -e pensare che, prima di questa crisi mondiale, tutti si lamentavano di non riuscire a farlo mai-;
-alcuni catalogano fondi speciali o pregresso;
-certi predispongono ordini di acquisto, in attesa di tempi migliori;
-quasi tutti aggiornano le pagine social della biblioteca o il sito web o il blog, per mantenere almeno un contatto virtuale con i propri utenti;
-qualcuno tenta di proseguire il servizio di reference tramite mail, chat e, addirittura, attraverso il servizio di videoconferenze Zoom; in certe biblioteche universitarie, non si ferma l’attività di sostegno di insegnanti, ricercatori, studenti: viene offerto il servizio di document delivery, e fornito un reindirizzamento a risorse digitali;
-molti stanno preparando “videoletture” da pubblicare su YouTube, recensioni video, o raccolgono e mettono on-line quelle dei lettori volontari (talvolta occupandosi anche del montaggio), o ancora, in collaborazione con gli istituti scolastici, fanno promozione della lettura con registrazioni dedicate alle classi che avrebbero dovuto incontrare face-to-face;
-altri preparano tutorial per spiegare ai lettori come possono scaricare e-book o leggere le riviste on-line
-c’è chi stila bibliografie tematiche;
-altri ancora si aggiornano, partecipando a qualche webinar;
-rari bibliotecari si dedicano a statistiche, relazioni, e ad atti amministrativi necessari, nonostante tutte le attività siano quasi ferme.

Ma cosa fanno i bibliotecari in quarantena, quando non lavorano?
Le bibliotecarie dichiarano di occuparsi della famiglia. Sono figlie, mamme, mogli.
Moltissimi leggono. Oh, era ora! Non avremmo voluto, però, che accadesse di avere più tempo a causa di una pandemia.
Chi ha la fortuna di avere un pezzo di verde intorno, si occupa del giardino, ben conoscendo la massima di Cicerone: “Se possedete una biblioteca e un giardino, avete tutto ciò che vi serve.”
Qualcuno si dedica ai propri argomenti preferiti, proseguendo ricerche personali.
C’è chi studia, chi guarda film o ascolta musica, come i comuni mortali.
Mi ha colpito la risposta di Francesca, sottoscritta anche da altri, che rispecchia anche quello che faccio e sento io in questo momento: “Leggo, seguo qualcosa on line, ma per lo più mi preoccupo.”

Nel mare magnum dell’informazione attuale, pur esperti, anche i bibliotecari surfano faticosamente tra fake news, titoloni catastrofistici, errate valutazioni, opinioni di chiunque, in cerca di notizie reali. Ecco cosa potrebbero e dovrebbero essere chiamati a fare, i professionisti del libro e della lettura, oggi e domani: a tracciare strade per la buona informazione, ad aiutare chi cerca una via praticabile nel caos degli annunci, a eliminare contenuti ridondanti. Insomma, a fare un po’ i medici di questa infodemia. Si sentirebbero utili, e forse avrebbero meno paura.

domenica 1 marzo 2020

I bibliotecari al tempo del Coronavirus

A causa dell'emergenza Coronavirus, una manciata di regioni d'Italia, nella settimana 24 febbraio-1° marzo, hanno disposto la chiusura degli istituti culturali, tra i quali rientrano anche le biblioteche.
Molti di coloro che operano in biblioteca si sono recati al lavoro ugualmente, non potendo o non volendo utilizzare permessi o giorni di ferie in questo momento dell'anno.
Qualcuno, anche persone in confidenza con i bibliotecari (amici, parenti-serpenti, colleghi), hanno allora insinuato che costoro potessero rilassarsi, magari leggendo un buon libro -visto il contesto-. Alcuni di questi ritenevano già prima della forzata chiusura che chi opera negli istituti culturali "avesse tempi dilatati", figuriamoci in questa situazione!
Cercherò di spiegare la faccenda in modo semplice.
Il bibliotecario che sta al front desk ha una continua relazione con il pubblico.
La sensazione che si prova è molto simile a quella che ti capita quando tenti di studiare con un bambino che ti gira intorno, ti fa continue domande, vuole giocare. Ora: avere un bambino vicino, soprattutto se non è ancora molto indipendente, è entusiasmante, soddisfacente e riempie di gioia, ma impedisce di portare a termine con precisione alcuni compiti che richiedono concentrazione.
Dispensato dal suo rapporto privilegiato con il pubblico, cosa fa il bibliotecario?
L'ho chiesto ai colleghi più vicini a me, attraverso un gruppo Whatsapp di servizio, e poi alla grande comunità di Facebook "Biblioteche e bibliotecari italiani", che avevo fondato con leggerezza molti anni fa, e che oggi ha raggiunto i 9.000 membri.
Ricollocazione massiccia
 in una biblioteca
del Veneto
Ecco le numerose attività svolte nelle ore di solitaria chiusura, con piccole osservazioni:
- redazione di atti amministrativi (sì, ne facciamo a bizzeffe, e sono necessari);
- riordino di sezioni intere della biblioteca, in qualche caso con smontaggio di scaffali
- spolvero, pulizia (facciamo anche questo, certo)
- revisione delle raccolte, detto volgarmente scarto (sì, è necessaria; no, non abbiamo sempre il tempo di farla)
- catalogazione (una delle attività trascurate o fatte alla svelta, e che invece richiederebbe cura e dedizione)
- comunicazione (per disdire eventi, purtroppo, ma anche perché qualcuno si occupa di questa per l'intero ente)
- aggiornamento del sito della biblioteca o dell'ente
- gestione delle donazioni (ne arrivano molte, ma a volte si ammucchiano, in attesa di avere tempo)
- rifacimento segnaletica
- ricerca dei libri introvabili (sì, spariscono: e a volte ritornano, a volte no)
- verifiche catalogo/scaffale
- pratica con nuovi programmi per la promozione social della biblioteca
Una delle vetrine tematiche
realizzata in una biblioteca
- rifacimento etichette (si deteriorano, si scolorano, vanno uniformate se non lo sono)
- creazione di vetrine tematiche (sulla donna, soprattutto, sperando di riaprire per l'8 marzo)
- programmazione nuovi eventi
- preparazione incontri con le scuole e laboratori per bambini
- realizzazione bibliografie tematiche
- ordini di libri o dvd
- risposta alle telefonate di chi chiede se la biblioteca è aperta
- consulenza telefonica agli irriducibili (chi, magari, spinto dall'emergenza, cerca di scaricare e-book, ma non ci riesce)
- preparazione aule studio (nella speranza di riaprire presto).
Per realizzare tutto questo servono competenze specifiche: questo conferma che il bibliotecario non è solo un "distributore di libri", ma ha un'identità complessa.
I giorni bui del Coronavirus non sono passati: probabilmente molte biblioteche saranno chiuse anche domani, e nei giorni a venire. Se vogliamo trovare un aspetto positivo, questa pausa non prevista ha regalato ai bibliotecari la possibilità di dedicarsi a tempo pieno a quello che fanno sempre, contemporaneamente alla gestione dell'utenza. Hanno guardato le loro biblioteche come un genitore guarda la propria casa quando i figli non ci sono. Hanno messo ordine, hanno tolto cose che non funzionavano più, hanno preparato qualcosa per il futuro. E sono pronti, quando sarà possibile, a riaprire le porte.

lunedì 27 gennaio 2020

L'anima del bosco

Finita l'università, ho lavorato per diverso tempo in una biblioteca del Cadore, con vista sulle Marmarole. Ricordo distintamente l'energia vivace, il freddo buono di quegli anni, e l'abitudine di scendere, in pausa pranzo, tra gli alberi fitti di Lagole, per muovere le gambe e pensare. Si racconta che un tempo fosse luogo di Anguane, divinità delle acque e della fertilità. Provavo, allora, una sensazione simile a quella che pochi giorni fa un lettore della biblioteca mi ha descritto con questa frase:  "L'altra sera scendevo da un rifugio, ed ero un tutt'uno con il bosco".
Da piccola e da giovane mi davo letteralmente alla macchia, sola o con amici, e respiravo. Ho capito con il tempo, e forse anche diventando mamma, che entrando nell'anima del bosco in tenera età, battendo i sentieri e osservandone le variazioni stagionali, si impara a conoscerlo, a rispettarlo e ad amarlo, oltre ad entrare in vibrazione con esso. Andare a fare due passi tra gli alberi o gli arbusti diventa necessità.
Diversi scrittori hanno provato a stimolare le persone a rispettare e a vivere i polmoni verdi che ci circondano.
Per "affinità di sguardi" cito l'ecologico e onirico "Il segreto del bosco vecchio" di Dino Buzzati.
Se invece cercate un saggio, provate quelli
di Peter Wohlleben, da "La vita segreta degli alberi" a "La saggezza del bosco" : qui c'è lo sguardo di un professionista, di un conoscitore profondo delle piante.
Ancora ricordo con emozione il piccolo volume "Requiem per un albero", che ho letto, nostalgica, appena scesa in pianura. E' di Matteo Melchiorre e narra la storia di un olmo sradicato da un temporale, al quale una comunità rende omaggio come fosse una persona cara.
Recentemente, ho seguito con curiosità l'uscita del film "La voce del bosco" di Dimitri Feltrin, che ha come protagonista Francesca Gallo, professionista artigiana e fisarmonicista. É un inno alla montagna e ai suoi doni, ai suoi boschi, alle persone che resistono, continuando ad abitarci con un forte senso di comunità.
La comunità degli uomini, la comunità degli alberi: dovremmo guardare più spesso ai nostri grandi fratelli verdi, perché ci somigliano e, rami al cielo, radici profonde, hanno molto da insegnare.

lunedì 20 gennaio 2020

Bon bon letterario: "Io cammino da sola"

Nel giorno di San Sebastiano, che nell'immaginario dei contadini rappresentava l'inizio di un periodo della stagione invernale più mite - si diceva infatti "San Sebastian co la viola in man"-, offro il primo bon bon letterario a chi giunge in questa nuova bottega delle storie.

Anche se fisicamente non ho camminato molto, finora, ho percorso luoghi della mente e dell'anima che assomigliano molto a quelli di Alessandra Beltrame, autrice del libro "Io cammino da sola". Sono giunta a identiche conclusioni. 
L'opera ha un ritmo variegato: diventa più vivo e veloce, quasi più amabile, nei tratti in cui c'è movimento e natura, invece rallenta quando la narrazione si svolge nelle zone antropizzate.
È una gran bella riflessione sulla solitudine, sul senso della nostra presenza, sulla lentezza. 
È un suggerimento, una possibile strategia da mettere in atto quando si ha paura o quando ci si sente imbrigliati. Per guardarla in faccia davvero, quella paura, per sciogliere le briglie e sentirsi liberi.
Il libro andrebbe donato ai camminatori di gamba e di pensiero, ma anche a chi non ha fatto mai molta strada: verrà voglia di mettersi in viaggio, e basterà poco, probabilmente, per essere felici. 
Come ha detto Rafael Adolfo Tellez "Ho imparato che chi viaggia ha bisogno solo di ombra, muschio e un po' di luce che guidi i suoi passi.", e anche nel cammino dell'esistenza ci sarebbe spesso bisogno, credo, di sobrietà.