Da piccola e da giovane mi davo letteralmente alla macchia, sola o con amici, e respiravo. Ho capito con il tempo, e forse anche diventando mamma, che entrando nell'anima del bosco in tenera età, battendo i sentieri e osservandone le variazioni stagionali, si impara a conoscerlo, a rispettarlo e ad amarlo, oltre ad entrare in vibrazione con esso. Andare a fare due passi tra gli alberi o gli arbusti diventa necessità.
Diversi scrittori hanno provato a stimolare le persone a rispettare e a vivere i polmoni verdi che ci circondano.
Per "affinità di sguardi" cito l'ecologico e onirico "Il segreto del bosco vecchio" di Dino Buzzati.
Se invece cercate un saggio, provate quelli
di Peter Wohlleben, da "La vita segreta degli alberi" a "La saggezza del bosco" : qui c'è lo sguardo di un professionista, di un conoscitore profondo delle piante.
Recentemente, ho seguito con curiosità l'uscita del film "La voce del bosco" di Dimitri Feltrin, che ha come protagonista Francesca Gallo, professionista artigiana e fisarmonicista. É un inno alla montagna e ai suoi doni, ai suoi boschi, alle persone che resistono, continuando ad abitarci con un forte senso di comunità.
La comunità degli uomini, la comunità degli alberi: dovremmo guardare più spesso ai nostri grandi fratelli verdi, perché ci somigliano e, rami al cielo, radici profonde, hanno molto da insegnare.